In questi dieci anni, e più, di esperienze arboree, ho avuto la fortuna di esplorare lungamente, prima da sola, poi con i gruppi che hanno voluto seguirmi, come gli alberi possano metterci in ascolto.
In ascolto di noi stessi. Delle altre persone intorno a noi. E di tutto quanto ci circonda.
Gli alberi sono maestri. Di presenza, di bellezza, di silenzio, di risonanza.
Quando siamo in risonanza con la vita, i nostri passi scandiscono armoniosamente il ritmo di un battito tanto più grande, antico e potente di noi. Il Battito del cuore della Terra – quel battito che ci tiene in vita, che si trasmette al nostro cuore nel momento in cui siamo concepiti, quel battito che ci fa sentire felici e al posto giusto nel mondo.
Quel battito che genera un respiro accogliente e ampio, nel quale sciogliere pensieri e resistenze, e aprirci alla risonanza dentrofuori.
Le azioni e le scelte che da questo stato di risonanza io-altri-mondo scaturiscono, sono naturalmente allineate con la nostra essenza, i nostri valori, e con i valori universali del rispetto, della pace, dell’integrazione delle diversità, della crescita e dell’evoluzione.
Quando mi avvicino agli alberi, magari dopo una giornata di lavoro, spesso la mia mente è confusa, piena di pensieri, in grande attività. Appoggio il mio tronco contro il tronco del mio albero. Ascolto. Spingo con i piedi nella terra, e nasce un movimento rotatorio e di allungamento del mio albero vertebrale, che mi porta a muovermi in senso orario intorno all’albero. I miei rami-braccia si aprono, e mi lascio guidare in un lento movimento da questi quattro principi: spinta dei piedi nella terra, allungamento verso il cielo, rotazione e apertura. I principi stessi che guidano la crescita di un albero!
Gradualmente, i miei pensieri si fanno più tranquilli, e sento che il tempo lento dell’albero entra nel mio movimento, e lo rende man mano sempre più lento, sempre più invisibile, sempre più senza sforzo.
E’ un movimento invisibile perchè talmente in risonanza con la natura intorno, che non disturba, ma anzi trasmette la stessa quiete di cui si nutre. E’ un movimento senza sforzo perchè non è con i muscoli che ci si muove, ma usando le leve e gli appoggi che l’albero offre.
E’ un non-movimento. Un movimento che è sensazione. Un movimento che è massaggio.
Di tanto in tanto, in questo andare intorno al tronco dell’albero, sempre tronco a tronco, si trovano delle posizioni talmente comode! Le chiamo “Posizioni Madre”, perchè il benessere che si prova è tale che è come essere in un abbraccio materno. In queste posizioni, si sentono le tensioni svaporare, i muscoli rilasciarsi, il respiro aprirsi. La Posizione madre ci rigenera, ci culla, ci restituisce al mondo freschi e leggeri.
Dopo una mezz’ora, a volte di più, a volte di meno, sono di nuovo pronta per tornare al mondo.
Sento di aver fatto pace con le cose. Sento di non essere più in lotta con le cose.
Da questo stato di consapevolezza e percezione, guardo ai pensieri e ai problemi che affaticavano i miei pensieri prima di iniziare la pratica arborea, e li vedo con occhi nuovi, e spesso ciò che prima mi sembrava un problema, ora non lo è più, non è più importante…a volte non mi ricordo neppure cosa mi angustiava!
Così, gli alberi sono i nostri maestri. Di respiro, risonanza e bellezza.
Vi aspetto alla prossima esperienza Arborea! Iscrivetevi al Club dell’Ascolto attraverso il link qui accanto e verificate nel calendario sulla destra quali sono le prossime esperienze di ascolto, così potremo condividere le esperienze di cui parlo in questo articolo!
E tu, che esperienza hai degli alberi? Scrivilo nei commenti qui sotto!