Il regalo più bello che potete fare a voi stessi e alla terra, nella Giornata Internazionale della Terra, oggi? Trascorrere almeno 30′ a contatto diretto con la terra stessa!
Se non vi basta il feedback positivo che viene dal vostro respiro, dal vostro corpo e dalla vostra autopercezione di benessere, eccovi alcune ricerche che dimostrano che, Sì!, avete proprio ragione a sentirvi meglio, più forti, più lucidi e più vitali, quando state in natura!
Mary O’Brien, oncologa al Royal Marsden Hospital di Londra, ha scoperto che un batterio che si trova nella terra attiva nel nostro cervello il rilascio di serotonina, un ormone coinvolto (fra le altre cose) nella regolazione dell’umore e nella riduzione dell’ansia, aprendo importanti prospettive all’applicazione di questa scoperta nella cura della depressione.
Si tratta del Mycobacterium vaccae, e ricerche successive hanno dimostrato come questo fantastico batterio che si trova nella terra è anche in grado di migliorare le nostre funzioni cognitive ed è persino in grado di curare il cancro al polmone e altre patologie (disturbo di Crohn, artrite reumatoide).
Se anche a voi capita di ritrovare il buonumore dopo aver fatto un po’ di giardinaggio, o dopo essere stati per un po’ sdraiati per terra sull’erba o in bosco, ora sapete che un po’ di merito va proprio a questo batterio: è lui, infatti, che la ricerca scientifica addita come uno dei responsabii di questi effetti positivi sul nostro benessere.
Le ricerche di Mary O’Brien sono poi state riprese da altri ricercatori (fra tutti, cito il Dr. Chris Lowry, della Bristol University, UK), sempre dimostrando l’effetto positivo del Mycobacterium vaccae sulle funzioni vitali, sia biologiche che psichiche, sulla capacità di concentrazione e di soluzione dei problemi, tenuta allo stress ed efficacia decisionale (i test di laboratorio sono stati eseguiti da Lowry sui topi).
Nel 2011 un altro studio pubblicato sul New England Journal of Medicine riportava i risultati di una ricerca sui bambini inglesi, dimostrando che chi era cresciuto in campagna presentava il 30-50% in meno di probabilità di sviluppare asma.
I ricercatori hanno correlato questa caratteristica alla più ampia diversità di batteri e funghi presenti nelle polveri domestiche, provenienti tanto dal suolo quanto dagli animali, rendendo quindi il loro sistema immunitario più performante.
Insomma: dedicatevi un po’ di tempo per mettere le mani nella terra, sporcarvi i vestiti e i piedi, sdraiarvi nell’erba e stirarvi accuratamente, fino a quando sentite che avete riportato la vitalità e la presenza in tutto il vostro corpo.
Molte ricerche dicono che servono 20-30′ circa per lasciar assorbire al nostro organismo lo stato naturale di benessere che viene da queste semplici azioni, ma se avete meno tempo, fate quello che potete: è sempre meglio che stare in casa. E’ una semplice esperienza di ecoterapia e connessione con la natura che potete regalare a voi stessi, risvegliando con dolcezza e semplicità la vostra intelligenza primitva.
Ogni istante che vi regalate con la terra, lo regalate al vostro benessere, e al benessere del pianeta.
Come dentro, così fuori.
Buona terra a tutti!
Diana


Articoli citati:

Lowry C.A., Hollis J.H., de Vries A., Pan B., Brunet L.R., Hunt J.R., Paton J.F., van Kampen E., Knight D.M., Evans A.K., Rook G.A., Lightman S.L. (2007-05-11). “Identification of an immune-responsive mesolimbocortical serotonergic system: potential role in regulation of emotional behavior.” Neuroscience 146 (2): 756–772. doi:10.1016/j.neuroscience.2007.01.067. PMID 17367941.
Susan M. Jenks (presenter) and Dorothy Matthews, “Ingestion of Mycobacterium vaccae influences learning and anxiety in mice.” Presented at the Annual Animal Behavior Society Meeting, William and Mary College, Williamsburg, VA July 25 – 30, 2010.
Ege, Marcus, Melanie Mayer, Anne-Cecile Normand, Jon Genuneit, William O.C.M. Cookson, Charlotte Braun-Fahrlander, Renaud Piarroux, and Erika von Mutius for the GABRIELA Transregio 22 Study Group. (2011). “Exposure to Environmental Microorganisms and Childhood Asthma.” New England Journal of Medicine, Vol. 364, pp. 701-709.
Mycobacterium vaccae